A 30 milioni di km dalla terra by Henry Slesar

A 30 milioni di km dalla terra by Henry Slesar

autore:Henry Slesar [Slesar, Henry]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Urania 164
editore: emmebooks
pubblicato: 2016-12-31T16:00:00+00:00


VII

VIVO O MORTO

Teresa spinse con malagrazia il piatto di pasta davanti al marito, e Ignazio fissò la minestra con gli occhi annebbiati dal vino, ma non la toccò.

«Che cosa ti piglia?» fece lei. «Il tuo stomaco non ha più posto? È troppo pieno di marsala?»

«Non ho fame» borbottò Ignazio. «Dalla in pasto ai maiali».

«L'ho fatta apposta per un maiale. Per quello più grosso» sbottò la donna puntandosi i pugni sui fianchi robusti; e guardando il marito con occhi che mandavano fiamme continuò: «Forse, se tu lavorassi, come fanno gli altri, la sera avresti un po' di appetito!»

L'uomo non rispose. Si limitò a versarsi un altro bicchierone di vino e se lo portò alle labbra. Per Teresa fu la goccia che fa traboccare il vaso, e Ignazio sapeva benissimo quello che sua moglie avrebbe fatto. La donna infatti si precipitò alla porta della casupola, e dopo averla spalancata gridò: «Fuori, maiale! Va fuori! Il tuo posto è insieme alle bestie!»

Lui si alzò stancamente, ormai abituato a quello che era diventato una specie di rito, e s'avviò, strascicando le gambe e grattandosi la pancia prominente. Giunto sulla soglia fece un inchino a sua moglie e borbottò con voce impastata: «Buonanotte, signora».

«Addio!» gridò Teresa. Poi gli sbatté la porta alle spalle, e scoppiò subito in un pianto dirotto, singhiozzando così forte che avrebbero potuto sentirla nel raggio di un chilometro. Ma l'espressione cocciuta di Ignazio non cambiò; dopo aver sbadigliato da slogarsi le mascelle, l'uomo s'avviò lungo la strada, per andare dalla Luisa a bere ancora un goccio.

Era una bella notte di luna piena, trapunta di stelle. A Ignazio piaceva guardare le stelle, specialmente quando era pieno di vino. Ammiccavano e cambiavano forma in modo così grazioso, sotto l'effetto dell'alcool! Ah, il marsala era meraviglioso! Grazie a quel portento liquido, Ignazio riusciva a vedere esattamente il doppio delle stelle che vedevano gli astemi... Non era questo un motivo sufficiente per continuare a bere?

Fiero di questo bel ragionamento, Ignazio si mise a canticchiare un allegro motivetto, avviandosi verso l'osteria del villaggio con passo malfermo.

Ma dopo un po', la passeggiata cominciò a stancarlo. Sospirò, e sedette su un muricciolo a pensarci sopra. Il vino gli dava un gradevole senso di calore, e l'uomo chiuse gli occhi rispondendo all'invito d'un piacevole pisolino.

Un borbottio lo scosse dal suo torpore.

«Sì, sì, Teresa» disse sonnacchioso. «Vengo, vengo subito».

Ma il brontolio continuava. Ignazio aprì gli occhi guardandosi attorno.

«Teresa» chiamò.

Poi si accorse di trovarsi per strada, e che il brontolio veniva dal bosco vicino. Certo si trattava di qualche animale. Ignazio ridacchiò fra sé al pensiero di quanto avrebbero riso i suoi compagni, da Luisa, al racconto del suo equivoco.

Stava alzandosi, quando il brontolio si trasformò in ruggito.

Ignazio si voltò a guardarsi intorno, finché non vide qualcosa muoversi fra gli alberi. Si strusciò gli occhi, sforzandosi di cancellare la visione. Ma più se li strusciava, più l'immagine acquistava nitidezza.

"Lo vedo" mormorò fra sé, "ma naturalmente non può essere vero. Non esistono cose simili in Sicilia. Quindi non posso vederlo."

La visione si



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